Facebook Jobs arriva in Italia: da oggi aziende e professionisti potranno incontrarsi su Facebook

Dopo un periodo di test negli Stati Uniti e in Canada, Facebook ha annunciato lo sbarco di Facebook Jobs anche sul territorio Europeo e a Milano spuntano le prime ricerche di lavoro

Dopo un preventivo periodo di test ristretto al Nord America, Facebook ha ufficializzato lo sbarco anche sul suolo Europeo, a Milano oggi venerdi 2 Marzo sono già sei le inserzioni di lavoro attive, di Facebook Jobs, un applicazione che ha come obiettivo principale quello di far incontrare domanda e offerta di lavoro.
Le funzionalità sono molto simili a quelle offerte agli utenti da Linkedin ma, nonostante ciò, è possibile trovare alcuni importanti differenze.

La prima, enorme, differenza è rappresentata dal bacino di utenza dei due social media. Linkedin sebbene sia uno dei principali social media esistenti al mondo attualmente non presenta un bacino di utenti paragonabile a Facebook, inoltre Facebook Job a differenza da quanto offerta da Linkedin potrà rappresentare un utilissimo strumento anche per quei professionisti che non possono vantare un curriculum vitae specializzato

(Linkedin predilige i profili professionali specializzati, risultando molto meno utile quindi in presenza di candidati con poche specializzazioni).

Come funziona Facebook Jobs?

Facebook Jobs è disponibile anche per l’Italia ma per il momento il portale non è ancora stato tradotto, quindi chi vorrà utilizzarlo dovrà per ora masticare un minimo di lingua inglese. Utilizzare Facebook Jobs sarà molto facile, nei prossimi giorni le pagine aziendali vedranno comparire una nuova voce, jobs, grazie alla quale le aziende potranno pubblicare nuove offerte di lavoro. Una volta pubblicata la posizione lavorativa ricercata, sarà pubblicata automaticamente e apparire direttamente sulla News Feed dei propri lettori.

Ma quindi potrà essere sfruttato solo dalle aziende?

No. Facebook Jobs porterà un beneficio anche a coloro che sono alla ricerca di un nuovo lavoro. Trovata l’offerta di lavoro giusta si potrà selezionare e compilare automaticamente la domanda per la propria candidatura tramite Facebook e comunicare direttamente con le risorse umane dell’azienda attraverso Messenger. Per meglio comprendere la portata di quella che si preannuncia come una vera e propria rivoluzione è sufficiente leggere i dati americani. Secondo gli analisti a stelle e strisce circa una persona su quattro negli Usa dichiara di aver cercato o trovato lavoro usando Facebook. La scommessa che Mark Elliot Zuckerberg vuole vincere è quella di guadagnare quote di mercato a scapito di piattaforme consolidate come LinkedIn.

Costi e modalità di utilizzo di Facebook Jobs!

In Nord America l’utilizzo di Facebook Jobs è gratuito per quanto riguarda la ricerca di lavoro mentre per le aziende Facebook jobs sarà uno strumento a pagamento (i costi variano a seconda del tipo di pubblicità che si decide di adottare. Infatti, l’azienda dovrà creare una vera e propria campagna pubblicitaria per rendere visibile il suo annuncio di lavoro) Una sfaccettatura perfettamente in linea con la linea che Facebook sta già tenendo da diversi mesi.

Differenze tra Facebook Jobs e Facebook Careers. Facebook Jobs è uno strumento interno alle pagine aziendali, Facebook Careers invece è una vera e propria bacheca lavorativa in cui è possibile far incontrare domanda e offerta di lavoro.


 

Google Trends – Scopri come rimanere sempre aggiornato sui trend topic!

Sfrutta la grandi potenzialità insite in Google Trends.

Chi con il web ci lavora conosce bene l’importanza di analizzare con cura e in modo efficace i cosiddetti trend topic. Vediamo insieme come usare al meglio lo strumento di google trends

Google Trends è un software gratuito, utilizzabile da chiunque, pubblicato dallo stesso Google con il quale possiamo analizzare su specifici grafici gli argomenti, suddivisi per keyword, più consultati sul web in un determinato ambito territoriale e temporale.

Ad un primo sguardo la schermata di Google Trends presenta una serie di grafici con cui vengono riassunti gli argomenti più cliccati del giorno, che di ora in ora subiscono variazioni in ordine crescente di visualizzazione, ma cerchiamo di vedere insieme come funziona nella pratica Google Trends!

Per utilizzare il software gratuito Google  è sufficiente digitare nella stringa di ricerca una specifica keyword cosa da ottenere tutti i dati circa la sua frequenza di ricerca all’interno di uno specifico periodo di tempo, i picchi di visualizzazione e le sue fasi di flessione durante un periodo che può variare da 1 a 5 anni, con aggiornamenti costanti di ora in ora.

Cosa sono i trend topic di Google Trends?

I trend topic sono una funzione fondamentale nella vita di Google Trends, particolarmente apprezzata da chi come noi trascorre ore a studiare strategie seo e a sistemare testi scritti per meglio indicizzare le pagine di un sito web.

I Trend Topic sono gli argomenti più cliccati del giorno, utilissimi per creare una campagna di web marketing efficace cosi aumenterà il volume di traffico sui propri social network, blog e siti web grazie a un piano editoriale mirato alle tendenze del web del momento.

Dove possiamo analizzare i Trend Topic?

I trend topic possono essere analizzati direttamente nella schermata principale di Google Trends.
Qui infatti troviamo tutte le notizie principali della giornata aggiornate minuto per minuto, in ordine decrescente.
Ancora non troviamo quello che desideriamo? Nessun problema, Google  ci permette infatti anche di utilizzare dei filtri cosi da suddividere la ricerca su gruppi specifici di interesse.

Per utilizzare Google Trends è necessario abbonarsi a qualche servizio online? Rilasciare dati personali?

Nulla di tutto ciò. Per sfruttare le, davvero, tante, potenzialità di Goolge Trends è sufficiente andare sul sito https://trends.google.it/trends/ e cominciare cosi ad analizzare i dati delle keywords sulle quali si scegli di lavorare.


 

Bonus Pubblicità – Incentivi fiscali agli investimenti pubblicitari… d.l. 50/2017, art. 57 bis

Arriva il Bonus Pubblicità: SCOPRI SUBITO come migliorare il tuo business – una marcia in più verso il successo

Il Bonus Pubblicità 2018 può essere richiesto da imprese, lavoratori autonomi, liberi professionisti (compresi gli iscritti agli ordini professionali), e enti non commerciali che decidano di effettuare investimenti in campagne pubblicitarie con valore superiore a l’1% degli analoghi investimenti effettuati sugli stessi mezzi d’informazione nell’anno precedente.

Il Bonus Pubblicità è una nuova agevolazione fiscale introdotta dalla Manovra collettiva dei conti pubblici con il d.l. 50/2017, art. 57 bis -“Incentivi fiscali agli investimenti pubblicitari incrementali su quotidiani, periodici e sulle emittenti televisive e radiofoniche locali e misure di sostegno alle imprese editoriali di nuova costituzione”-.
Il
Bonus Pubblicità 2018 cosi come strutturato dal legislatore ha lo scopo di “favorire la realizzazione di progetti innovativi, anche con lo scopo di rimuovere stili di comunicazione sessisti e lesivi dell’identità femminile e idonei a promuovere la più ampia fruibilità di contenuti informativi multimediali e la maggiore diffusione dell’uso delle tecnologie digitali…” (comma 2).

Chi può richiedere il Bonus Pubblicità 2018.

Il Bonus Pubblicità 2018 può essere richiesto da imprese, lavoratori autonomi, liberi professionisti (compresi gli iscritti agli ordini professionali), e enti non commerciali che decidano di effettuare investimenti in campagne pubblicitarie con valore superiore a l’1% degli analoghi investimenti effettuati sugli stessi mezzi d’informazione nell’anno precedente. Gli investimenti possono essere stati effettuati sia sulla stampa quotidiana e periodica che on line e sulle emittenti televisive e radiofoniche locali, analogiche o digitali.

Quali sono le modalità di accesso al finanziamento previsto dal Bonus Pubblicità?

A partire dal 2018 sarà possibile beneficiare di un credito d’imposta dal 75% al 90% massimo nel caso di microimprese, piccole e medie imprese e start up innovative, nel limite massimo complessivo di spesa stabilito ai sensi del comma 3 dell’art. 57 bis. Il credito d’imposta erogato secondo il cosiddetto Bonus Pubblicità 2018 potrà essere sfruttato solamente in compensazione tramite modello F24 previa relativa domanda al Dipartimento per l’Informazione e l’editoria della presidenza del Consiglio dei ministri. Dei 62,5 milioni di euro previsti per l’anno 2018, 20 milioni sono destinati “…al riconoscimento del credito d’imposta esclusivamente sugli investimenti pubblicitari incrementali sulla stampa quotidiana e periodica, anche online, di cui al comma 1 effettuati dal 24 giugno 2017 al 31 dicembre 2017, purché il loro valore superi almeno dell’1 per cento l’ammontare degli analoghi investimenti pubblicitari effettuati dai medesimi soggetti sugli stessi mezzi di informazione nel corrispondente periodo dell’anno 2016.” (comma 3bis)

Come funziona il credito d’imposta 75% – 90%.

Se il credito d’imposta previsto dal bonus pubblicità 2018 richiesto è superiore a € 150.000, il beneficio è concesso solo se il richiedente è iscritto (o abbia inoltrato alla Prefettura la richiesta di iscrizione) agli elenchi dei fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di lavori non soggetti a tentativo di infiltrazione mafiosa

  • il credito d’imposta non è cumulabile;
  • NON rientrano nel credito d’imposta le spese sostenute per l’acquisto di spazi di televendite, servizi di pronostici, giochi o scommesse con vincite di denaro, di messaggeria vocale o chat-line con servizi a sovrapprezzo;
  • le spese sostenute devono risultare dalle attestazioni rilasciate dai soggetti legittimati a rilasciare il visto di conformità dei dati esposti nelle dichiarazioni fiscali, ovvero da revisori legali.

COME si presenta la domanda per accedere ai contributi del Bonus Pubblicità 2018.

La domanda va inoltrata per via telematica sul sito dell’Agenzia delle entrate e deve riportare i dati identificativi del richiedente; l’indicazione del costo complessivo degli investimenti effettuati (o da effettuarsi) nel corso dell’anno e nell’anno precedente; l’incremento degli investimenti in percentuale e valore assoluto; l’ammontare del credito d’imposta richiesto; dichiarazione sostitutiva di atto notorio.

Per quanto riguarda i termini di presentazione della domanda, ancora non sono stati fissati in maniera definitiva: il testo sottolinea che la domanda “potrebbe” essere presentata dal 1° marzo al 31 marzo di ogni anno.

I controlli per la legittima fruizione del beneficio saranno di competenza dell’Agenzia delle Entrate e dell’Amministrazione; in caso di irregolarità, l’Amministrazione stessa provvederà al recupero delle somme erogate tramite procedure coattive.



Pubblicità tradizionale e pubblicità digitale a confronto

Meglio puntare su una strategia digitale oppure impegnare risorse e tempo per sviluppare progetti pubblicitari su carta?

Nel corso degli ultimi anni gli investimenti della pubblicità on-line hanno superato quelli destinati ai media tradizionali. sembrerebbe proprio di sì!

Questo è quanto emerge dal rapporto annuale sugli investimenti pubblicitari pubblicato da Outsell, una società californiana che si occupa di ricerche e analisi di mercato a servizio delle imprese. Secondo lo studio in esame, nei prossimi mesi e anni una sempre più significativa fetta degli investimenti pubblicitari migrerà sui dispositivi digitali e mobili: secondo inMobi e Globalwebindex, i consumatori spendono in media due ore e 14 minuti al giorno sui dispositivi mobili, contro gli 81 minuti della tv, i 70 del pc, i 44 della radio e i 33 del quotidiano. Inoltre il 79% dei possessori di smartphone, controllano il loro dispositivo entro 15 minuti dal risveglio.

La raccolta pubblicitaria della carta stampata per quanto riguarda il mercato americano ha perso il 66% in nove anni e l’online non ha fermato il crollo, anzi. Secondo la Columbia Journalism Review, la raccolta advertising sulle edizioni cartacee fatturava 47,4 miliardi di dollari nel 2005 ed è precipitata ai 16,4 miliardi del 2014 (-66% in nove anni).

Nel frattempo, l’advertising digitale è passata nello stesso periodo soltanto da 2 a 3,5 miliardi di dollari. Piccole cifre che non compensano le perdite. “Le testate locali, a differenza delle grandi testate nazionali”, secondo Jim Brady, ceo di Spirited Media, godono del beneficio di “essere collocate fisicamente vicino ai loro lettori”. E “gli eventi rappresentano la principale occasione di profitto per le testate locali”. Per Billy Penn rappresentano “l’84% del fatturato 2015.”

Ma allora … è meglio puntare su una strategia digitale oppure impegnare risorse e tempo per sviluppare progetti pubblicitari su carta?

La risposta non è semplice. Se non corressimo il rischio di ripeterci dovremo sicuramente dire “dipende”.
Dipende da quale tipo di business si deve pubblicizzare,  da quale area geografica vogliamo coprire, da quali e quante risorse economiche disponiamo …

 

Ma cerchiamo di andare con ordine.

Come abbiamo già accennato, la fruizione di contenuti avviene sempre più attraverso PC, smartphone e tablet, una tendenza che ha imposto un cambiamento nelle logiche di pianificazione degli investimenti pubblicitari da parte delle aziende. Oggi oltre il 60% degli utenti di smartphone in Italia guarda video sul proprio device e cresce anche il tempo speso per informarsi attraverso Social Network, applicazioni mobili e portali web. Motivi che hanno portato la pubblicità digitale a rappresentare ormai una quota di oltre il 26% degli investimenti totali in pubblicità.

Tra i benefici principali che i canali digitali offrono agli investitori pubblicitari, spicca la possibilità di creare campagne data-driven, ossia in grado di essere targetizzate in maniera precisa e dinamica, prevedendo un certo livello di interattività con gli utenti e in grado di essere realmente “misurabili” in termini di performance. Identificare e segmentare l’audience, misurare e analizzare i risultati rimangono delle priorità imprescindibili all’interno delle strategie pubblicitarie.Una rivoluzione digitale che però, dati e carte alla mano, non è riuscita a “pensionare” lo strumento forse più semplice ma sicuramente più immediato del marketing tradizionale.Il volantino pubblicitario. Oggi, nel 2017, il volantino pubblicitario è ancora un mezzo diffuso ed efficace.

Questo perché il volantino pubblicitario non conosce confini, viene consegnato direttamente nelle mani del fruitore ed è consultabile da chiunque: giovani e anziani, uomini e donne. Contrariamente alle informazioni che si possono visualizzare su un pc o uno smartphone, il cui uso richiede una conoscenza specifica, il volantino fa della semplicità la sua forza. Una campagna pubblicitaria che prevede l’uso dei volantini pubblicitari deve però aver ben presente alcuni punti fermi. In primo luogo non possiamo tralasciare il fatto che stiamo comunicando ad pubblico eterogeneo e non targettizzato. E’ quindi fondamentale che ciò che offriamo sia chiaro, graficamente impeccabile e dal forte impatto comunicativo. Affidarsi ad un agenzia che possa curare ogni aspetto pubblicitario è infatti fondamentale. Come abbiamo detto il pubblico a cui si rivolge un volantino pubblicitario è per definizione quanto di più eterogeneo possa esistere.

Ma se vogliamo massimizzare i nostri sforzi e aumentare il tasso di conversione dobbiamo realizzare un messaggio, contenente una call to action studiata,  il più possibile rivolto ad una precisa fascia d’utenza. Promuovere un prodotto, evento o servizio, evitando di essere troppo generici o dispersivi e un piccolo trucco che migliorerà senza ombra di dubbio la nostra campagna di marketing.

Una volta ultimato il lavoro di back office, aver strutturato un messaggio scritto, averlo legato ad uno studio grafico, aver stampato il nostro prodotto, è giunto il momento di diffondere il nostro messaggio nelle aree che ci interessano. Per ottenere una buona distribuzione, e quindi raggiungere l’obiettivo prefisso, è fondamentale rivolgersi ad un’agenzia di pianificazione e distribuzione pubblicitaria che studierà i tempi e i modi per far arrivare il nostro messaggio con successo. Ma torniamo alla prima domanda che ci siamo posti. ..

È meglio puntare su una strategia digitale oppure impegnare risorse e tempo per sviluppare progetti pubblicitari su carta?

La risposta sarà ancora più di prima DIPENDE.
Il nostro consiglio è di strutturare una comunicazione commerciale che possa e sappia tenere in considerazione entrambi i lati della medaglia. 
Grazie all’unione di marketing digitale e direct marketing sarà possibile raggiungere un pubblico più ampio e ottenere un ritorno dell’investimento.


 

Contenuti video – L’importanza dei video nella comunicazione odierna

Secondo Forbes, l’uso dei Contenuti video sarà il trend principale che caratterizzerà il marketing in questo 2017

Solo pochi anni fa, un contenuto testuale di alta qualità era tutto quello che si poteva desiderare per migliorare il proprio web marketing.

Oggi però, per poterci considerare ancora dei vincenti e non farsi tagliare fuori dal mercato c’è sempre più bisogno di implementare la nostra strategia di comunicazione con video e info-grafiche.

Dalla regola aurea del “mobile friendly” al consiglio del “Video First”.Sempre più brand infatti sembrano aver compreso l’importanza di un approccio video first e hanno cominciato ad inserire dei video al centro della loro strategia di content marketing.

Quelli video sono, infatti, tra i contenuti più versatili su cui un azienda o qualsiasi altro soggetto business possa far affidamento. Sono, del resto, come fanno notare dal Content Marketing Institute, immediatamente condivisibili sui principali social network e in grado di assicurare il maggior numero di interazioni rispetto a qualsiasi altra tipologia di post.

Quali sono le aziende leader nel panorama del content video marketing?

I risultati migliori in assoluto? Da una nostra analisi del mercato italiano i risultati migliori sembrano essere quelli ottenuti da Red Bull. Con il 13% di tutti i contenuti digitali in formato video e 21 tag aziendali su 29 coperti da almeno uno di questi.

Sono video che incarnano i valori del brand già nelle scelte di regia e fotografia e che sviluppano, tutti, varianti narrative dell’iconico claim “Red Bull ti mette le ali”.

Per quali ragioni dobbiamo implementare la nostra strategia con dei contenuti video?

Le ragioni sono evidenti. In primo luogo basta considerare l’importanza ricoperta da Youtube nel mondo. L’azienda con sede a San Bruno in California è oggi il 2 ° più grande motore di ricerca al mondo dopo Google.

In secondo luogo non possiamo che ricordare come i video hanno 53 volte più probabilità di presentarsi nella prima pagina dei risultati di ricerca, aumentando il tasso di conversione dei nostri contenuti di quasi il 300%.

Inoltre i video hanno la preziosa caratteristica di essere immediatamente fruibili, veloci, chiari, e semplici da realizzare e da montare, anche se per ottenere un prodotto di qualità è consigliabile chiedere consiglio ad un video maker.