GDPR, regolamento generale sulla protezione dei dati, tutto quello da sapere per metterti in regola

In caso di violazione del GDPR, le aziende rischiano sanzioni fino a 20 milioni di euro oppure il 4% dell’intero fatturato annuale di un’azienda

A partire dal 25 maggio 2018 entrerà in vigore anche in Italia la nuova normativa in materia di protezione dei dati (GDPR – Regolamento UE n. 679/2016) per adeguare le norme sulla protezione dei dati personali al nuovo contesto economico e sociale.

Lo scopo è rinforzare le misure tecniche e organizzative per dare un’ adeguata sicurezza dei dati riducendo il rischio di dispersione o furti, evitando quindi di violare la privacy dei cittadini.

Cos’è il GDPR (General data Protection Regulation) e cosa cambia per le aziende.

Il Regolamento generale sulla protezione dei dati è stato adottato dal Parlamento Europeo nell’aprile 2016 “per rafforzare e rendere più omogenea la protezione dei dati personali”. Le disposizioni fortificano la protezione dei dati e devono essere rispettate sia dalle aziende con sede nell’Unione Europea, sia da quelle che hanno sede al di fuori di essa ma che trattano dati di cittadini di uno Stato membro.

Tutte le aziende che elaborano dati personali devono dotarsi necessariamente della figura del Data Protection Officer e di un registro delle operazioni di trattamento affinché possa essere supervisionato dal Garante. Il titolare del trattamento dei dati deve dotarsi anche di un Registro degli incidenti dove verranno annotati tutti i casi di violazione o danneggiamento dei dati con l’obiettivo di evitare incidenti futuri e migliorare le misure di sicurezza.

Il nuovo regolamento introduce un principio già riconosciuto dal Garante per la Privacy: il principio di accountability, che stabilisce che sarà compito delle aziende o degli enti pubblici che detengono i dati dei cittadini di tenere un atteggiamento che vada verso la loro salvaguardia.

Il GDPR si occupa anche di data breach: si tratta di perdita, modifica, violazione o accesso non autorizzato ai dati; in questo caso il titolare del trattamento è tenuto a informare della violazione l’autorità di controllo entro 72 ore dal momento in cui ne è venuto a conoscenza.

Se si verifica un forte rischio per i diritti e le libertà delle persone interessate, queste devono essere avvisate senza ritardi. Il GDPR, inoltre, introduce il diritto all’oblio: l’interessato può chiedere la cancellazione dei suoi dati personali e i titolari del trattamento, anche dopo averli resi pubblici, hanno l’obbligo di informare della richiesta di cancellazione anche altri titolari che hanno a disposizione li stessi dati oggetto di cancellazione.

Perchè è importante adeguare le proprie attività al GDPR?

Se il tuo sito serve persone fisiche dall’UE e tu, o i servizi integrati di terze parti, quali Google e Facebook, elaborano qualunque tipo di dato personale, è necessario seguire tutte le nuove le regole che hanno a che fare con il consenso dei visitatori (come ad esempio i form di richiesta dei dati e il tracciamento della visita con gli strumenti di web analytics), il banner della normativa che comprare sul sito e l’informativa della privacy. Se si riscontrano casi di attacchi informatici o furti, si deve verificare che l’azienda abbia messo in atto le tutele e le procedure del caso.

In caso di violazione del GDPR, le aziende rischiano sanzioni fino a 20 milioni di euro oppure il 4% dell’intero fatturato annuale. A questo si aggiunge il rischio del danno di immagine dell’azienda.

Per progettare e/o adeguare un sito web esistente al regolamento GDPR?

Indicazioni pratiche:

Siete spaventati dai rischi che l’entrata in vigore del GDPR potrebbe portarvi? Avete sentite ancge voi delle multi milionarie in arrivo per coloro che non si adeguano? Beh, se state leggendo queste righe per lo meno vi state interrogando su quali sono le pratiche da attuare per far si che non siate costretti a pagare multe milionarie e quindi a chiudere bottega.

Ma andiamo con ordine ed esaminiamo i due possibili casi: sviluppare un nuovo sito da zero; aggiornare e adeguare un sito web esistente.

Se siete in procinto di sviluppare un nuovo sito web sarà sufficiente seguire e rispettare fin da subito tutti i dettami previsti dal GDPR tenendo bene a mente i principi di “Privacy by design” e “Privacy by default. Questo è comunque il caso più semplice però e per non rischiare nulla sarà sufficiente rivolgersi ad uno specialista che saprà guidarvi passo dopo passo.

Casistica differente è invece quella che prevede l’adeguamento di un sito web già esistente. Se avete già un sito web che effettua trattamento di dati personali è infatti opportuno attivarsi il prima possibile e valutare gli interventi a carico delle seguenti voci:

Moduli di contatto.
Per rendere i Vs. moduli conformi al GDPR è importante, prima di tutto, aggiungere gli opportuni riferimenti – qualora non siano già presenti – alla Vostra informativa sulla privacy (che dovrà essere riscritta seguendo le direttive del GDPR). Con l’entrata in vigore del GDPR l’utente dovrà accettare esplicitamente il trattamento dei suoi dati personali, ad esempio, mettendo la spunta sull’apposito checkbox. Se la finalità del modulo è consentire il contatto, i dati potranno essere trattenuti e gestiti solo fino all’espletamento di tale finalità e non oltre. E’ altresì vietato chiedere il consenso obbligatorio per trattamento di dati non necessari alla finalità indicata.

Moduli di registrazione / Aree private.
Se il Vs. sito web ospita moduli di registrazione, l’adeguamento al GDPR potrebbe essere tutt’altro che indolore. In questo caso è necessario verificare che il vs. sistema integri alcune funzionalità, e in particolare che sia sempre permesso all’utente:

accedere ai propri dati;

modificare i propri dati;

modificare il proprio consenso in relazione al/i trattamento/i effettuati dal sito;

cancellare la propria iscrizione (e tutti i propri dati).

E’ altresì necessario verificare che i dati trattati, a seguito di consensi ottenuti prima dell’entrata in vigore del GDPR, siano conformi a quanto prescritto dalla nuova normativa in relazione ai, più volte citati, principi di “Privacy by design” e “Privacy by default”, in caso contrario sarà necessario pianificare interventi strutturali volti ad adeguare la propria infrastruttura tecnologica.

E-commerce.
In questo caso sarà indispensabile informare gli utenti di tutti i soggetti a cui verranno comunicati i dati e verificare che l’applicativo non compia una qualche attività di profilazione dell’utenza.

Messa mano alla struttura del sito web le nostre azioni non sono in ogni caso concluse. Quasi tutti i siti web infatti integrano un sistema di misurazione degli accessi. Il più famoso (ed utilizzato) tra questi è certamente Google Analytics. In questo caso le regole del GDPR ci obbligano ad informare adeguatamente l’utente prima del tracciamento (in altre parole la registrazione dell’IP di accesso dovrà avvenire dopo che l’utente ha prestato consenso nei modi e nei termini già visti in precedenza). Se non vogliamo percorrere questa strada sarà comunque necessario anonimizzare gli IP, cosi da trasformare l’attività di Analytics assume valore statistico e non rientra più nella definizione di “dato personale”.

Banner pubblicitari.
Con l’entrata in vigore del GDPR, gli editori che utilizzano AdSense dovranno apportare delle modifiche ai propri siti web, al fine di ottenere un consenso preventivo da parte dell’utente circa eventuali strumenti di profilazione e personalizzazione dei messaggi pubblicitari.

Anche l’utilizzo di widget come, ad esempio, mappe, video o pulsanti sociali, avrà un certo impatto in ottica GDPR. In questo caso il gestore del sito web è tenuto ad ottenere il consenso dell’utente circa eventuali operazioni compiuti dai soggetti terzi.

Con il GDPR si chiude l’epoca dello spam indiscriminato, delle mail inviate a contatti pescati a caso. Se un utente accetta il trattamento dei propri dati per ricevere SOLO news, non sarà più possibile inviargli messaggi pubblicitari. Ogni finalità richiede un esplicito consenso (per il quale, nel caso dell’email marketing, il sistema del double opt-in continua ad essere la soluzione preferibile). Ma cosa fare con le “vecchie liste”, cioè con le liste di indirizzi email raccolti prima del GDPR? Sicuramente non vanno buttate ma, alla luce della riforma, appare opportuno inviare una mail informativa a tutti i contatti che rassicuri il destinatario in merito all’utilizzo dei suoi dati e alle finalità perseguite dal gestore della lista.

Gestione delle aree private: cosa cambia con il GDPR?

Nel caso di aree private sarà necessario stilare un diario che registri tutti gli eventi riguardanti i dati personali in modo da avere la prova di ogni attività svolta.


 

Facebook Jobs arriva in Italia: da oggi aziende e professionisti potranno incontrarsi su Facebook

Dopo un periodo di test negli Stati Uniti e in Canada, Facebook ha annunciato lo sbarco di Facebook Jobs anche sul territorio Europeo e a Milano spuntano le prime ricerche di lavoro

Dopo un preventivo periodo di test ristretto al Nord America, Facebook ha ufficializzato lo sbarco anche sul suolo Europeo, a Milano oggi venerdi 2 Marzo sono già sei le inserzioni di lavoro attive, di Facebook Jobs, un applicazione che ha come obiettivo principale quello di far incontrare domanda e offerta di lavoro.
Le funzionalità sono molto simili a quelle offerte agli utenti da Linkedin ma, nonostante ciò, è possibile trovare alcuni importanti differenze.

La prima, enorme, differenza è rappresentata dal bacino di utenza dei due social media. Linkedin sebbene sia uno dei principali social media esistenti al mondo attualmente non presenta un bacino di utenti paragonabile a Facebook, inoltre Facebook Job a differenza da quanto offerta da Linkedin potrà rappresentare un utilissimo strumento anche per quei professionisti che non possono vantare un curriculum vitae specializzato

(Linkedin predilige i profili professionali specializzati, risultando molto meno utile quindi in presenza di candidati con poche specializzazioni).

Come funziona Facebook Jobs?

Facebook Jobs è disponibile anche per l’Italia ma per il momento il portale non è ancora stato tradotto, quindi chi vorrà utilizzarlo dovrà per ora masticare un minimo di lingua inglese. Utilizzare Facebook Jobs sarà molto facile, nei prossimi giorni le pagine aziendali vedranno comparire una nuova voce, jobs, grazie alla quale le aziende potranno pubblicare nuove offerte di lavoro. Una volta pubblicata la posizione lavorativa ricercata, sarà pubblicata automaticamente e apparire direttamente sulla News Feed dei propri lettori.

Ma quindi potrà essere sfruttato solo dalle aziende?

No. Facebook Jobs porterà un beneficio anche a coloro che sono alla ricerca di un nuovo lavoro. Trovata l’offerta di lavoro giusta si potrà selezionare e compilare automaticamente la domanda per la propria candidatura tramite Facebook e comunicare direttamente con le risorse umane dell’azienda attraverso Messenger. Per meglio comprendere la portata di quella che si preannuncia come una vera e propria rivoluzione è sufficiente leggere i dati americani. Secondo gli analisti a stelle e strisce circa una persona su quattro negli Usa dichiara di aver cercato o trovato lavoro usando Facebook. La scommessa che Mark Elliot Zuckerberg vuole vincere è quella di guadagnare quote di mercato a scapito di piattaforme consolidate come LinkedIn.

Costi e modalità di utilizzo di Facebook Jobs!

In Nord America l’utilizzo di Facebook Jobs è gratuito per quanto riguarda la ricerca di lavoro mentre per le aziende Facebook jobs sarà uno strumento a pagamento (i costi variano a seconda del tipo di pubblicità che si decide di adottare. Infatti, l’azienda dovrà creare una vera e propria campagna pubblicitaria per rendere visibile il suo annuncio di lavoro) Una sfaccettatura perfettamente in linea con la linea che Facebook sta già tenendo da diversi mesi.

Differenze tra Facebook Jobs e Facebook Careers. Facebook Jobs è uno strumento interno alle pagine aziendali, Facebook Careers invece è una vera e propria bacheca lavorativa in cui è possibile far incontrare domanda e offerta di lavoro.


 

Google Trends – Scopri come rimanere sempre aggiornato sui trend topic!

Sfrutta la grandi potenzialità insite in Google Trends.

Chi con il web ci lavora conosce bene l’importanza di analizzare con cura e in modo efficace i cosiddetti trend topic. Vediamo insieme come usare al meglio lo strumento di google trends

Google Trends è un software gratuito, utilizzabile da chiunque, pubblicato dallo stesso Google con il quale possiamo analizzare su specifici grafici gli argomenti, suddivisi per keyword, più consultati sul web in un determinato ambito territoriale e temporale.

Ad un primo sguardo la schermata di Google Trends presenta una serie di grafici con cui vengono riassunti gli argomenti più cliccati del giorno, che di ora in ora subiscono variazioni in ordine crescente di visualizzazione, ma cerchiamo di vedere insieme come funziona nella pratica Google Trends!

Per utilizzare il software gratuito Google  è sufficiente digitare nella stringa di ricerca una specifica keyword cosa da ottenere tutti i dati circa la sua frequenza di ricerca all’interno di uno specifico periodo di tempo, i picchi di visualizzazione e le sue fasi di flessione durante un periodo che può variare da 1 a 5 anni, con aggiornamenti costanti di ora in ora.

Cosa sono i trend topic di Google Trends?

I trend topic sono una funzione fondamentale nella vita di Google Trends, particolarmente apprezzata da chi come noi trascorre ore a studiare strategie seo e a sistemare testi scritti per meglio indicizzare le pagine di un sito web.

I Trend Topic sono gli argomenti più cliccati del giorno, utilissimi per creare una campagna di web marketing efficace cosi aumenterà il volume di traffico sui propri social network, blog e siti web grazie a un piano editoriale mirato alle tendenze del web del momento.

Dove possiamo analizzare i Trend Topic?

I trend topic possono essere analizzati direttamente nella schermata principale di Google Trends.
Qui infatti troviamo tutte le notizie principali della giornata aggiornate minuto per minuto, in ordine decrescente.
Ancora non troviamo quello che desideriamo? Nessun problema, Google  ci permette infatti anche di utilizzare dei filtri cosi da suddividere la ricerca su gruppi specifici di interesse.

Per utilizzare Google Trends è necessario abbonarsi a qualche servizio online? Rilasciare dati personali?

Nulla di tutto ciò. Per sfruttare le, davvero, tante, potenzialità di Goolge Trends è sufficiente andare sul sito https://trends.google.it/trends/ e cominciare cosi ad analizzare i dati delle keywords sulle quali si scegli di lavorare.


 

Contenuti video – L’importanza dei video nella comunicazione odierna

Secondo Forbes, l’uso dei Contenuti video sarà il trend principale che caratterizzerà il marketing in questo 2017

Solo pochi anni fa, un contenuto testuale di alta qualità era tutto quello che si poteva desiderare per migliorare il proprio web marketing.

Oggi però, per poterci considerare ancora dei vincenti e non farsi tagliare fuori dal mercato c’è sempre più bisogno di implementare la nostra strategia di comunicazione con video e info-grafiche.

Dalla regola aurea del “mobile friendly” al consiglio del “Video First”.Sempre più brand infatti sembrano aver compreso l’importanza di un approccio video first e hanno cominciato ad inserire dei video al centro della loro strategia di content marketing.

Quelli video sono, infatti, tra i contenuti più versatili su cui un azienda o qualsiasi altro soggetto business possa far affidamento. Sono, del resto, come fanno notare dal Content Marketing Institute, immediatamente condivisibili sui principali social network e in grado di assicurare il maggior numero di interazioni rispetto a qualsiasi altra tipologia di post.

Quali sono le aziende leader nel panorama del content video marketing?

I risultati migliori in assoluto? Da una nostra analisi del mercato italiano i risultati migliori sembrano essere quelli ottenuti da Red Bull. Con il 13% di tutti i contenuti digitali in formato video e 21 tag aziendali su 29 coperti da almeno uno di questi.

Sono video che incarnano i valori del brand già nelle scelte di regia e fotografia e che sviluppano, tutti, varianti narrative dell’iconico claim “Red Bull ti mette le ali”.

Per quali ragioni dobbiamo implementare la nostra strategia con dei contenuti video?

Le ragioni sono evidenti. In primo luogo basta considerare l’importanza ricoperta da Youtube nel mondo. L’azienda con sede a San Bruno in California è oggi il 2 ° più grande motore di ricerca al mondo dopo Google.

In secondo luogo non possiamo che ricordare come i video hanno 53 volte più probabilità di presentarsi nella prima pagina dei risultati di ricerca, aumentando il tasso di conversione dei nostri contenuti di quasi il 300%.

Inoltre i video hanno la preziosa caratteristica di essere immediatamente fruibili, veloci, chiari, e semplici da realizzare e da montare, anche se per ottenere un prodotto di qualità è consigliabile chiedere consiglio ad un video maker.



Strumenti di pagamento online per commercianti “Paypal, carta di credito, Postepay”

 

Paypal, carta di credito, Postepay: tutte le caratteristiche dei principali strumenti di pagamento online

Dopo un iniziale periodo di smarrimento, anche gli italiani sembra che stiano cominciando ad apprezzare la possibilità di effettuare acquisti online.

Secondo gli ultimi studi infatti si stima che in Italia siano almeno 14 milioni gli acquirenti on line, un settore che registra una crescita del 13,5% rispetto a pochi mesi fa per un controvalore di circa 11 miliardi di euro di fatturato.

Certo anche se in crescita, i pagamenti online, come il paypal, in Italia sono visti ancora con un occhio, forse, eccessivamente critico. Gli italiani infatti, a leggere le ultime ricerche effettuate, si fidano ancora poco delle carte di credito e degli strumenti online.

Quali sono i metodi di pagamento online più gettonati: breve guida tra Paypal, carta di credito, Mobile Payment ecc…

La carta di credito è oggi sicuramente il metodo di pagamento online tra i più utilizzati dagli italiani. Garantisce praticità e sicurezza. Da qualche tempo sono inoltre disponibili alcune particolari tipologie di carte di credito adatte agli acquisti online. In commercio si possono infatti trovare carte di credito ricaricabili dove il proprietario caricherà solo un certo quantitativo di denaro da poter utilizzare.

Un strumento sicuro anche in caso di frode perché il malintenzionato potrà rubare solo l’eventuale credito residuo. Le banche ultimamente forniscono anche delle speciali carte di credito dedicate allo shopping online che permettono di creare delle carte di credito virtuali funzionanti per una sola transazione e con somme di denaro limitate da usare per gli acquisti sicuri.

Paypal e strumenti di pagamento online
PayPal è un sicurissimo sistema di pagamento online sempre più utilizzato e apprezzato dagli internauti. Il funzionamento di PayPal è molto simile a quello di un normale conto corrente. Aperto un account sarà infatti possibile inviare e ricevere denaro, effettuare bonifici e acquistare online. Il punto di forza delle transazioni con Paypal è sicuramente un altissimo coefficiente di sicurezza online.

Nel caso infatti non dovesse arrivare la merce acquistata o per altri e diversi motivi si dovesse ricevere un prodotto differente da quello acquistato, PayPal rimborserà totalmente il prezzo pagato. Per ricevere il rimborso sarà sufficiente seguire poche e semplice regole aprendo una contestazione entro 45 giorni dalla data d’acquisto. Il futuro di PayPal sarà caratterizzato da nuovi servizi sempre più user oriented, tra cui la recente possibilità di richiedere una carta di credito, con bassissimi costi di gestione, ricaricabile da utilizzare per lo shopping. Curiosamente, PayPal, essendo di proprietà di eBay, per una questione di concorrenza, non viene accettata ovunque. Per esempio, proprio per questioni di concorrenza, questa forma di pagamento non viene accettata su Amazon.

Mobile Payment.
La nuova frontiera dello shopping online è rappresentato dal Mobile Payment, uno strumento con cui è possibile effettuare degli acquisti pagando direttamente dal proprio smartphone. Gli acquisti possono venire effettuati online attraverso applicazioni dedicate come quelle di eBay o di Amazon oppure nei negozi fisici utilizzando il telefono come carta di credito. In questo secondo caso per effettuare il pagamento, il proprio smartphone dovrà essere dotato di tecnologia NFC (Near Field Communication) che dialogando con speciali POS in possesso agli esercenti concluderà la transazione.